SAN GIOVANNI PAOLO II: IL SANTUARIO E IL BORGO SAN PIETRO DELLA IENCA
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Associazione Culturale San Pietro della Ienca
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MOTIVAZIONE DEL PROGETTO TOTUS TUUS
 
Il  nome del progetto, “ Totus Tuus”  richiama il motto scelto da Giovanni Paolo II per il suo stemma pontificio. Di Monsignor Ettore Malnati, docente di Teologia Dogmatica a Trieste e Lugano, l’idea di rendere la statua del Pontefice  pellegrina lungo un itinerario spirituale che tocchi Santuari Mariani,  luoghi cui Lui era legato in vita o a Lui dedicati.
Lo scopo del pellegrinaggio, iniziato nel 2007,  è quello di far riunire ancora oggi, nel suo nome e nella devozione a Maria, quanti lo hanno seguito ed ammirato durante il suo lungo pontificato.
Averlo ancora vicino spiritualmente è uno stimolo per le parrocchie e per i fedeli che sono soliti, in occasione del suo arrivo, organizzare manifestazioni, concerti e veglie di preghiera e di aggregazione con Lui e per Lui.
Il suo viaggio dovrebbe avere ufficialmente termine il giorno della proclamazione della Sua Santità.
Della scultura è prevista una tiratura  di  nove copie che si vorrebbero collocare in tutti i Continenti e nei  posti più significativi toccati dal pellegrinaggio terreno del Pontefice. Le collocazioni sono da considerarsi quali antenne evangeliche che recepiscono e diffondono il messaggio di Giovanni Paolo II inciso in aramaico sullo stolone: “ nolite timere, aprite le porte a Cristo”.  La prima copia ha già raggiunto l’Australia, dono degli emigranti italiani al Cardinale Gorge Peel. Essa è stata posta davanti alla Cattedrale di Saint Mary a Sydney in occasione della visita di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Gioventù.
La seconda copia, grazie all'impegno dell'Associazione Culturale "San Pietro della Ienca", a nome del presidente Pasquale Corriere, e al Comune dell'Aquila, è stata collocata definitivamente nel 2010 davanti il sagrato della Chiesa di San Pietro della Ienca (L'Aquila), dal 2011 primo Santuario al mondo dedicato a Giovanni Paolo II.
 L’itinerario italiano percorso da Giovanni Paolo II fino ad ora è stato:
Pordenone, Duomo di San Marco,
Trieste, Santa Maria di Sion,
Assisi, Santa Maria degli Angeli,
Loreto, Piazza del Santuario e loggiato del Palazzo Apostolico,
Bisuschio, San Giorgio,
Varese, Sacro Monte,
Tortona, Nostra Signora della Guardia,
Garlasco, Madonna della Bozzola,
Alessandria, Chiesa di San Giovanni Evangelista,
Torino Valdocco, Maria ausiliatrice,
Abbazia di Fruttuaria,
Colle don Bosco,
Verona, Duomo,
Motta di Livenza,
Concordia Sagittaria, Cattedrale,
Udine, Duomo,
Grado, Duomo,
Aquileia, Basilica,
San Giovanni Rotondo, Nuovo Tempio,
Incoronata (FG), Santuario di Maria Madre di Dio,
Ienca, ( L’Aquila )Chiesa di San Pietro,
L’Aquila, Villa Comunale,
San Pietro della Ienca (L'Aquila).
La scultura itinerante ha poi proseguito per i Musei Vaticani durante le cerimonie per la Canonizzazione di Giovanni Paolo II ed attualmente è esposta a Lourdes.


Ad un occhio attento la scultura di Giovanni Paolo II  che ci viene proposta da Fiorenzo Bacci non rimanda semplicemente alla consueta  immagine del Pellegrino della Speranza, del Pastor Angelicus che eravamo abituati a vedere durante i numerosi viaggi internazionali compiuti  per portare ovunque Cristo e la Parola di salvezza,bensì ad una dimensione trascendente ed eterna. Nella scultura di Bacci,il Pontefice  è colto nella sua nuova forma di prossimità a Dio, ex parte Dei.
Sono scomparsi i limiti dello spazio temporale, la figura è trasmutata, in una radicale mutazione che rivela non una nuova forma ma il disvelarsi di ciò che l’uomo è da sempre, seguendo il trapasso da questo mondo ad una sfera celeste che gli è propria( Fil. 3,21 ).
Risurrezione come forza divina creatrice che nuovamente si impegna sull’uomo,risurrezione come nuova creazione (Gv 2,20 ). La forma umana cesserà come cessa l’imperfetto nel perfetto, la via nella meta, l’attesa nel compimento; la nuova forma sarà definita dallo spendore di Dio che abita una luce inaccessibile, che nessun vivente in questo mondo ha visto, che supera speranze e desideri. Tale forma fin d’ora ci illumina con la promessa che anche noi saremo in Lui quando “ Cristo sarà tutto in tutti “.
A rivelarcelo sono i segni che, come i pellegrini di Emmaus, dobbiamo imparare a leggere in Lui.
Il volto di Giovanni Paolo II appare somigliante nel profilo per chi conserva il suo ricordo e nello stesso tempo, in una visione frontale, trascendente.Gli occhi , uno rivolto al presente e uno al passato, come il Padre.Le sopracciglia e le pieghe caratteriali leggermente corrugate formano il disegno di una colomba.
Si assiste così alla trasformazione di un viso che è già nella contemplazione dell’amore di Dio.
Il pontefice è scalzo, come un novello Francesco, che tanto si è speso per la pace proprio nella sua Assisi.
Anche la palma, anziché il pastorale, ci richiama al concetto e ci rimanda alla domenica delle Palme e alla festa dei giovani, ai quali rivolge ancora l’esortazione “ non abbiate paura “ che può essere letta sulla stola in ebraico antico.
E’ senza la camicia : “ Per te Israele ho denudato il mio braccio ”, e le vesti liturgiche del sacerdozio rimandano sia al Sudario con il quale venne avvolto il corpo di Gesù come, grazie alle loro linee dinamiche, alle vesti splendenti della Risurrezione.
Sulla mitria il Cristo Risorto, immagine del Cristo Immolato e la corona di spine a testimonianza della sofferenza che Karol Wojtyla  ha affrontato, particolarmente negli ultimi anni della sua vita. Tre chiodi della Passione sul paliotto a ricordo dei dolori sofferti con infinito coraggio e rassegnata fermezza: “ In verità vi dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo…, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi” ( Gv, 21,18).
La sua figura umana e soprannaturale che già vede il volto del Padre e  diventa per noi un faro che illumina il nostro cammino e  indica a tutti noi la meta : il Regno dei Cieli che inizia quaggiù e ha il suo compimento nell’eternità di Dio.
                                                                                 

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